I Desire Paths, o Sentieri del Desiderio, rappresentano le tracce lasciate dai nostri passi nell'ambiente urbano, in particolar modo sui prati o aiuole e dovrebbero essere considerati come elementi fondamentali nella progettazione delle nostre città. Memori della nostra vita negli spazi aperti, dove, tanto quanto gli altri animali, anche noi ci spostavamo seguendo le linee più brevi e agevoli, o quelle più comode per raggiungere aree ricche di risorse, ancora oggi il nostro cervello ci spinge a cercare scorciatoie, scavalcando la disfunzionale distribuzione urbanistica a cui ha abituato la vita in città.
I Desire Paths sono percorsi non ufficiali che si formano naturalmente nel paesaggio urbano a causa del camminare ripetuto delle persone. Sono sentieri tracciati dagli individui che rappresentano la strada più diretta o comoda per raggiungere una destinazione, quindi percorsi più brevi, ignorati per varie ragioni durante la pianificazione degli urbanisti.
Questi sentieri sono importanti perché sono il risultato delle esigenze reali delle persone, e mostrano quali percorsi preferiamo seguire nel quotidiano. Rappresentano una forma di partecipazione attiva, seppur indiretta, degli abitanti nella progettazione dello spazio urbano, e comunicano la necessità di percorsi alternativi o nuove connessioni tra i punti di interesse.
L'osservazione dei Desire Paths può fornire preziose informazioni per gli urbanisti e i pianificatori, consentendo loro di comprendere meglio le esigenze e le preferenze delle persone e di creare spazi più funzionali e adatti alle necessità della comunità.
Una città a misura di Sapiens dovrebbe essere basata su percorsi pedonali e ciclabili, questo perché privilegiare i mezzi di trasporto sostenibili come il camminare e la bicicletta, porta a numerosi benefici sia per gli individui che per l'ambiente. I percorsi pedonali e ciclabili offrono un'alternativa alla dipendenza dalle auto, riducendo l'inquinamento atmosferico e acustico, migliorando la qualità dell'aria e creando un ambiente più salutare per tutti.
Secondo l'OMS, camminare quotidianamente è un'attività fisica fondamentale per le persone di tutte le età. Per i bambini e gli adolescenti si consiglia di camminare almeno un'ora al giorno, per favorire la crescita e lo sviluppo sano, mentre per gli adulti, è consigliato camminare almeno 150 minuti a settimana per mantenere un buon livello di forma fisica e prevenire malattie croniche, le malattie cardiache e le rigidità muscolari, che sul lungo andare peggiorano la postura e il senso generale di Benessere. Per gli anziani, il camminare regolarmente aiuta a mantenere la mobilità, la forza e l'equilibrio, riducendo il rischio di cadute e migliorando la qualità della vita. Non è necessario correre, ma imparare che i tragitti più brevi, possono essere affrontati sui nostri piedi: l'incredibile motore che la Natura ci ha donato.
Per tale ragione chi si occupa della pianificazione delle nostre città, dovrebbe progressivamente abbandonare l'ottica della riduzione del traffico tramite percorsi sempre più rapidi per le automobili, sensi unici, semafori o rotonde, e concentrarsi sul creare spazi sicuri da percorrere, per incentivare la popolazione ad utilizzare i mezzi inquinanti solo per i percorsi molto lunghi o da parte di chi ha effettivi problemi di mobilità. Un altro errore che ci fanno notare questi Sentieri, è l'assenza di percorsi comodi nelle aree commerciali: esse sono sempre più pensate come enormi parcheggi, in cui chi vuole muoversi in bici o a piedi con i propri carrellini per le spese, deve fare gimkane o veri e propri salti, per scampare alle barriere architettoniche e carreggiate senza spazi sicuri.
Infatti, soprattutto nelle aree commerciali a ridosso dei quartieri residenziali, la presenza di percorsi pedonali e ciclabili favorisce una maggiore frequentazione dei negozi e dei servizi locali, poiché rende più agevole e piacevole il raggiungimento di tali luoghi senza le auto. Quanti di voi vorrebbero fare magari una passeggiata con gli amici per vedere delle vetrine, o portare i figli a prendere un gelato senza dover spendere soldi anche per il carburante? Ma tutti sempre ci diciamo "le strade sono troppo pericolose". Ecco, è proprio qui il punto: più camminiamo e usiamo la bici, più trasmettiamo un messaggio forte alle istituzioni, che altrimenti si giustificano dicendo che tutti preferiscono i mezzi motorizzati!
Attualmente, l'urbanistica esecutiva è principalmente pensata per le auto, con strade larghe e spazi dedicati al parcheggio. Questo approccio favorisce l'uso dell'automobile come mezzo di trasporto principale, portando a problemi come la congestione del traffico, l'inquinamento atmosferico e la sedentarietà delle persone. Soprattutto in Italia - altri Stati fortunatamente sono molto più attenti al Benessere degli individui del nostro - ciò è dovuto, al fortissimo legame della produzione di carburante e mezzi motorizzati, con l'economia e la politica.
L'Italia, infatti, trae notevoli guadagni dalla vendita di carburanti: secondo il ministero dell'Ambiente e della Sicurezza energetica, le accise e l'Iva sui carburanti rappresentano rispettivamente il 58,2% del prezzo della benzina e il 51,1% del prezzo del gasolio. Le entrate statali generate dalle accise sui carburanti sono in costante aumento, passando dai 29,3 miliardi di euro del 2018 ai 31,6 miliardi di euro del 2022, con previsioni di superare i cinque miliardi e mezzo di euro all'anno grazie agli aumenti dei prezzi dei carburanti stessi, causati dall'instabilità socio-politica mondiale. Per tale ragione è importante fare educazione sociale, per coinvolgere attivamente la comunità nella progettazione urbana e promuovere mezzi di trasporto sostenibili, per portare a delle città a misura di Sapiens, più salutari, vivaci e inclusive.
Tuttavia, è necessario un cambiamento di prospettiva per creare una città a misura di Sapiens. Dobbiamo spostare l'attenzione dai veicoli a motore alla tutela del pedone e del ciclista, e questo richiede una riduzione dello spazio dedicato alle auto e un aumento delle aree pedonali e ciclabili.
I Desire Paths rappresentano la naturalezza e la fluidità dei movimenti delle persone all'interno della città, in contrasto con la rigidità e l'artificialità dell'architettura moderna. Mentre l'urbanistica tradizionale si basa su strade e marciapiedi predeterminati, i Desire Paths rappresentano la creazione stessa dello spazio e la modellazione del territorio, che nei millenni ha portato noi Sapiens a vivere quasi qualsiasi luogo del nostro pianeta.
Questi solchi creati da noi Sapiens rappresentano anche una forma di adattamento e appropriazione della città da parte delle persone, che porta a una riduzione dell'entropia, quella che colpisce maggiormente gli spazi abitati in cui non ci si muove a piedi o con mezzi lenti. Quando le persone evitano di camminare per le strade e gli spazi pubblici, si contribuisce all'aumento dell'entropia urbana poiché la presenza umana è un deterrente naturale contro il degrado e l'abbandono. Quando le strade sono poco frequentate e solcate solo in automobile, diventano invece luoghi ideali per attività illegali o poco sicure, contribuendo ulteriormente al degrado di città e aree suburbane.
Le telecamere di sorveglianza possono essere utili per monitorare e prevenire attività criminali, ma non risolvono il problema dell'entropia urbana in modo completo. La loro presenza può scoraggiare l'attività criminale, ma non affronta le cause sottostanti del degrado, come la mancanza di coinvolgimento della comunità e la scarsa manutenzione degli spazi pubblici. La soluzione principale per contrastare questo fenomeno sarebbe la riappropriazione di tali spazi da parte dei cittadini stessi: ciò significa incoraggiare le persone a utilizzare attivamente strade, quartieri e parchi, organizzare attività sociali e culturali, e partecipare alla cura e alla manutenzione degli ambienti urbani.
Solo attraverso la partecipazione attiva dei cittadini alla vita pubblica e alla cura degli spazi urbani si può garantire il rispetto del patto sociale tra i cittadini e le istituzioni. Quando le persone possono vivere e fruire degli spazi pubblici in modo sicuro e piacevole, si crea un senso di appartenenza e solidarietà che rafforza il tessuto sociale e promuove il benessere della comunità nel suo insieme. Ma sfortunatamente questo è contrario alle politiche di controllo sociale a fine consumistico, che ci vogliono: spaventati, soli e isolati.
L'osservazione delle Desire Paths può quindi fornire preziose informazioni sul comportamento delle persone e sulle loro abitudini di movimento, e anche sulla salute sociale di un determinato luogo. Questa valutazione può aiutare a identificare le aree in cui sono necessari percorsi pedonali o ciclabili aggiuntivi, migliorare la connettività tra i punti di interesse e creare spazi urbani più vivaci e inclusivi. Inoltre, può essere utilizzata per monitorare l'efficacia delle politiche di mobilità sostenibile e per valutare l'impatto di interventi urbanistici specifici.
Per riappropriarsi delle strade in sicurezza e promuovere un ambiente urbano più vivibile, è possibile adottare diverse strategie. Innanzitutto, potremmo incoraggiare la formazione di gruppi per attività all'aperto, come il Nordic Walking, il cicloturismo o il gravel biking. Questi gruppi non solo favoriscono il benessere fisico, ma anche la socializzazione e la sicurezza attraverso il movimento di gruppo.
Un'altra idea è quella di promuovere i piedibus nelle scuole. Si tratta di gruppi di bambini che camminano insieme accompagnati da adulti lungo percorsi prestabiliti per raggiungere la scuola. Questa iniziativa non solo riduce il traffico, ma anche incoraggia uno stile di vita attivo e sostenibile fin dalla giovane età.
Quando si affrontano zone considerate poco sicure, inizialmente ci si può muovere sempre in gruppo. Ciò nel tempo creerà una progressiva riappropriazione degli spazi da parte di famiglie e giovani, rendendoli meno adatti alle attività irregolari, poiché non solo si fa sentire la presenza forte dei cittadini sul territorio, ma si sensibilizza l'opinione pubblica e le autorità locali sulla necessità di migliorare la sicurezza nelle aree problematiche. In questo modo, progressivamente, l'entropia andrà a diminuire, creando spazi sicuri per tuttə. Infatti molto spesso certe persone vengono costrette a vite marginali, ma essere presenti e proporre situazioni conviviali e collettive in cui integrare anche chi da sempre viene escluso dalla vita cittadina, è il primo passo per una cittadinanza attiva, inclusiva e interculturale.
Risulta massimamente importante organizzare raccolte di firme e insistere con i comuni e gli enti competenti per migliorare la sicurezza e la qualità degli spazi pubblici: infatti dobbiamo imparare, partendo dal nostro quartiere, a coinvolgere attivamente la comunità nelle decisioni riguardanti la progettazione e la manutenzione delle strade, cosa che può portare a soluzioni più efficaci e sostenibili, perché pensate dall'interno e non da chi delibera vivendo magari a decine di chilometri. Questo però non vuol dire chiedere la repressione e l'allontanamento di potenziali soggetti pericolosi, o lo smantellamento di aree degradate, visto che questa illusione tanto perseguita dagli amministratori locali, non fa altro che dislocare il problema. Bisogna invece integrare e dare possibilità di educazione e partecipazione attiva a tutti, a prescindere dalla propria estrazione sociale e dal luogo in cui si vive.
Infine, è sempre fondamentale collaborare con le autorità locali per promuovere cambiamenti positivi nell'ambiente urbano. Organizzare incontri pubblici, proporre progetti e fornire feedback sulle esigenze della comunità sono modi efficaci per influenzare le decisioni e ottenere il supporto delle istituzioni. Infatti vi è l'illusione di dover continuare a disinteressarsi di tutto, perché "anche gli altri si disinteressano": ma vi siete mai chiestə se non sarebbe più bello vivere una città sana e sicura? Allora cominciate a sensibilizzare le vostre famiglie, i vostri amici, i vostri vicini, e un passo alla volta ricorderete che siamo noi i proprietari della città e non le istituzioni che abbiamo delegato e che non rispettano nulla se non i loro interessi economici!
Impariamo ad essere responsabili di noi stessə, del nostro quartiere e dei luoghi in cui viviamo. Perché abbiamo il diritto di farlo, e il dovere di creare un mondo migliore per tutti. L'odio, il rancore, la rabbia verso il prossimo e i propri territori, sono frutto di una cultura di violenza e sfruttamento creata ad hoc per limitare il Benessere dell'individuo, in favore di pochi soggetti che hanno tutto da guadagnarci.