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Domoteorica: perchè?

Domoteorica: perchè?
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PER IL BENESSERE DELLA CASA

La Domoteorica non è una disciplina attualmente codificata. I miei studi sulla relazione tra l’essere umano e il territorio, e sulla relazione tra l’essere umano e la percezione dello spazio abitato, mi hanno portata a riunire, comparare e definire meglio tecniche e tradizioni utilizzate dalla nostra specie per valutare l’ambiente al di fuori di sé.

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Domo deriva da *dṓm, termine che veniva utilizzato dai protoindeuropei per indicare la casa. In origine lo stesso radicale era probabilmente legato al concetto di "costruire".

Ho scelto il nome Domoteorica, perché unisce l’idea di Teoria – come insieme di regole da applicare – al concetto di casa, che non è solo una questione di abitazione, ma di archetipo culturale.

In una visione olistica e comparativa delle conoscenze, si rischia sempre di andare incontro a riduzionismi o generalizzazioni sbagliate. Quando si tratta di Cultura, poiché è il rapporto Natura-Cultura che sostiene tutta la nostra percezione del mondo, molto spesso si finisce per creare teorie di tipo derivativo. Questo porta a postulare che eventi o pattern non collegati gli uni con gli altri siano in realtà generati da un’unica matrice o si siano vicendevolmente influenzati.

Per tale ragione, nel mio studio, ho sempre cercato di non affrettare conclusioni o di non affidarmi alle correnti più in voga, o i pareri più noti. Ho cercato di portare avanti una ricerca funzionale, basata sulla raccolta di materiale, sulla sperimentazione e sulla riproducibilità dei risultati ottenuti. Variabili soggettive permettendo, visto che molti degli ambiti affrontati rientrano anche nell’ambito della religione e della metafisica.

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L'Antropologia è una disciplina ponte, che può affrontare tutti gli ambiti della conoscenza, poiché si tratta di come noi stessi li manifestiamo e proviamo a comprendere.

Dopo i miei studi universitari, principalmente legati ad Etnografia e studio delle Tradizioni Popolari, ho scoperto la Landscape Anthropology, Antropologia del Paesaggio, che è un tema ancora poco affrontato da noi in Italia, nonostante sia molto apprezzato e divulgato in ambito anglofono. Ancora di meno lo è l’Antropologia degli Spazi Abitati, spesso inserita in ambiti maggiori come l’Antropologia Culturale o l’Etnografia.

Eppure l’essere umano vive nel suo ambiente, e si tratta di una forte relazione biunivoca, dove l’ambiente influenza noi e noi influenziamo (spesso con danni irreversibili… ) lui.
Si tende a dividere con una netta dicotomia Natura e Cultura: la prima intesa come Wilderness primigena che è sempre più lontana dalla nostra vita; la seconda come insieme di regole, strutture, etiche che plasmano qualsiasi cosa al di fuori di noi, a seconda del contesto sociale in cui si è inseriti.

Questo rapporto Natura-Cultura è molto più stratificato ed è fatto di un continuo scambio tra l’una e l’altra, in cui la nostra stessa percezione è il motore. Essere oggetto o soggetto di questo continuo mutamento, e di tutte le informazioni che esso contiene, è la dinamica dell’esistenza stessa.

geobiologia

Mi sono avvicinata allo studio della Geobiologia e del Feng Shui per comprendere come discipline che sembrano differenti, siano in realtà strettamente connesse.

La nostra specie si interroga da sempre per comprendere se esistono dei protocolli o delle caratteristiche definite di ogni evento e manifestazione. La mia attitudine scientifica ha sempre cozzato con l’interesse verso la metafisica e argomenti come la bioenergetica, che a causa della quasi impossibile replicabilità in sede di laboratorio, tutt’ora sono considerati non attendibili.

Nello studio del rapporto tra l’uomo e l’ambiente, quindi, ho avuto modo di studiare moltissime pratiche, dalla geomanzia italica, al Vastu Shastra, ad altre tecniche giunte a noi in modo frammentario e spesso con gravi errori di interpretazione. Una di questa è proprio il Feng Shui, disciplina in cui mi sto specializzando da alcuni anni, che in occidente arrivò rimpolpata di tutta la superstizione e ritualità popolare, ma svuotata delle conoscenze originarie. Quelle si basavano prevalentemente sulla percezione e quindi sullo stesso funzionamento psichico di noi Sapiens.

Cos'ha causato la nostra perdita di sensibilità ambientale?

Il nocciolo del discorso è la comprensione di come la nostra specie, allontanatasi da un ambiente naturale in cui vivevamo come preda, ha sviluppato un sistema di ragionamento, logico e tecnico. Questo nei millenni gli ha fatto perdere le caratteristiche che più ci accomunano agli altri animali: la percezione dell’ambiente, del magnetismo terrestre, del passaggio delle stagioni, della radioattività naturale e soprattutto la comprensione dell’importanza del ciclo solare.

L’urbanizzazione, la perdita del ritmo circadiano, e persino una Cultura basata su standard estetici imposti, piuttosto che sulle reali necessità delle persone, hanno finito per renderci “scollegati” dal nostro pianeta. Questo a cascata ha generato catene di problemi, che la maggior parte delle persone neppure si accorge lo siano. Adattandoci fin dall’infanzia a vivere senza la necessità di comunicare col nostro io più profondo e animale, ci ha in un certo senso resi ciechi all’ambiente e alla sua influenza.

nervi

La neuropsicologia comincia ad affrontare queste tematiche, evidenziando i meccanismi anatomo-fisiologici alla base dei nostri comportamenti e tradizioni.

Anche se l’unione tra discipline metafisiche, tradizioni popolari, e le scienze per noi occidentali può apparire quanto mai bizzarra, negli ultimi anni gli psicologi e i neurologi hanno affrontato ricerche su colori, forme, spazi, che mettono in evidenza come molti pattern culturali, siano generati proprio dalla nostra percezione del mondo.

Attraverso la Domoteorica, quindi, cercherò di percorrere quel tortuoso e spesso rischioso cammino che divide le scienze dalla metafisica. Cercando di proporre non verità assolute, ma spunti di ragionamento e conoscenze per comprendere come viviamo lo spazio e soprattutto cosa possiamo fare per migliorare la nostra esistenza, partendo da ciò che più dovrebbe darci sicurezza: la nostra casa.

 
 
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