Se ve lo siete chiesti vuol dire che il vostro tavolo da pranzo è posizionato meglio della vostra postazione! Nel mio articolo precedente ho accennato il tema dello smart working, visto come innesco di alcuni problemi di gestione del territorio, ma non è l’unica difficoltà emersa. Nelle fasi di quarantena di quest’anno, molti si sono resi conto di come, anche con il massimo della concentrazione, lavorare da casa possa essere molto complicato. I più fortunati, vivendo da soli, hanno potuto gestire la situazione al loro meglio, ma chi quotidianamente condivide gli spazi abitativi con un’altra o più persone, è quasi sempre dovuto giungere ad un compromesso.
I casi sono stati due: avere una stanza da poter utilizzare come studio privato o non averla. Uno studio già organizzato, o sistemato al momento, non è assicurazione di buoni risultati. Infatti il cattivo posizionamento della propria postazione di lavoro, non solo non permette di raggiungere i propri standard lavorativi, ma può anche creare nuove problematiche e distrazioni.
Per ogni funzione domestica, quindi ogni insieme di azioni che vengono eseguite in una determinata stanza o porzione di casa, anche il lavoro e lo studio dovrebbero avere un luogo a loro dedicati. Non è solo una questione di comodità, del poter lasciare magari i propri faldoni, o elaborati sul tavolo senza doverli riporre per poi dedicarsi ad altro. Avere un luogo dedicato permette di dare più valore alle azioni da compiere.
Il nostro cervello ha l’abitudine di catalogare qualsiasi cosa rilevata dai nostri organi di senso. Sono azioni per noi quasi sempre inconsce, ma di fatto gli stimoli che giungono al nostro spettro visivo, o sensoriale, diventano parte della nostra attenzione e valutazione. Avere un luogo riservato ad una sola funzione aiuta a concentrarsi, e soprattutto a motivarsi nel compiere le azioni delegate a un determinato ambito.
Comprensibilmente non è una fortuna di tutti poter avere una stanza in più per il lavoro da casa, ma se così non fosse, bisogna adeguare un’altra stanza (preferibilmente non le camere da letto!) per ricavare uno spazio delimitato e protetto. Ma esistono delle regole?
Innanzitutto per posizionare bene una scrivania, non bisogna pensare che vi sia un unico principio. Spesso, leggendo testi di Feng Shui moderno o articoli di riviste, si hanno indicazioni univoche e immutabili su tale collocazione. La prima cosa da valutare, però, è il tipo di lavoro da svolgere: si tratta di un lavoro Yin o un lavoro Yang?
Con Yin e Yang identifichiamo la differenza tra un lavoro di concentrazione o elaborazione statico, e un lavoro in cui si incontrano persone o si agisce attivamente (come un pittore, o un artigiano, ad esempio). La maggior parte del lavoro svolto ad una scrivania nella propria abitazione è quindi di tipo Yin, e non necessita lo scambio con altre persone.
Potreste aver letto consigli come “la scrivania deve avere un muro alle spalle” o “deve vedere qualsiasi accesso”, ma di fatto sono tradizioni popolari malamente interpretate dagli occidentali. Avere un muro alle spalle e una posizione di “controllo” rispetto agli accessi, può avere senso in un contesto lavorativo di ufficio, ma non quando parliamo di telelavoro. Quindi cerchiamo di analizzare le due situazioni più comuni: un lavoro di concentrazione e un lavoro creativo.
Se sei un commercialista, una contabile, un segretario, una ricercatrice… il tuo lavoro è un lavoro di concentrazione, quindi prevalentemente Yin. Dovrai quindi cercare un luogo della casa tranquillo e fare in modo di vedere solo una parete o un’area senza movimento. Posizionare la scrivania proprio contro il muro è l’ideale per questo tipo di lavori, perché esclude qualsiasi condizionamento visivo esterno.
Se si vive con bambini o altre persone, sarebbe consigliato avere una stanza che possa essere chiusa, in modo da evitare anche il rumore, ma dovendo adattare la sala o un altro ambiente, si può valutare di delimitarlo con paraventi o pareti mobili, in modo da dedicare un angolo solo per il proprio lavoro. I bambini sono sicuramente una delle distrazioni più forti, perché il loro movimento e “rumore” costante, difficilmente può essere eliminato. Tuttavia organizzarsi definendo una zona di lavoro in cui loro non siano autorizzati ad entrare (e da madre posso dire che certe regole sono necessarie!) può essere una scelta a favore del proprio rendimento lavorativo.
Differenti sono le necessità di chi fa un lavoro creativo. Oltre all’ispirazione personale, l’ambiente dovrebbe dare abbastanza stimoli per poter spaziare con lo sguardo senza comunque troppa confusione o distrazione. Vivendo ai piani alti posizionare la scrivania verso o contro una finestra, può essere un’ottima scelta. Un po’ differente il caso di un piano terra su strada: in questa situazione ci si può sempre rivolgere verso una finestra, ma avendo accortezza di utilizzare delle tende non troppo spesse, che permettano di oscurare un eventuale passaggio di auto e pedoni, senza sacrificare l’illuminazione.
Per i creativi, inoltre, a meno di problemi che possono generare determinate direzioni geografiche per casi specifici, orientarsi verso sud può essere un’ottima fonte di energia. Infatti il massimo dell’irraggiamento solare proviene proprio da quella direzione, e sfruttarla per ottimizzare il proprio lavoro è un’abitudine da prendere.